Centro di Studi Tassiani | Agg. bibl. – Aminta, Madrigali, saggi
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Agg. bibl. – Aminta, Madrigali, saggi

Torquato Tasso, Aminta, a cura di Davide Colussi e Paolo Trovato, 2021, lxiv – 310 pp. (‘Nuova raccolta di classici italiani annotati’, ISBN 9788806246853).

L’Aminta ha ricevuto nel tempo le cure di molti editori e commentatori. Il testo critico che qui si presenta al posto di quello vulgato, inaffidabile e concepito su presupposti erronei, perviene a una storia testuale del tutto nuova, come è illustrato nell’ampia nota al testo che chiude il volume. A sua volta il commento rivede in profondità la tradizione dei commenti al testo, rendendo il giusto merito ai contributi dell’erudizione sei-settecentesca, preziosi nella ricerca delle fonti letterarie sottese all’opera ma passati nel tempo sotto silenzio o dimenticati.

Sul fondamento di un testo criticamente accertato, al commento è consentito di indagare più a fondo la fisionomia linguistica e stilistica della pastorale. L’attenzione prestata alla dimensione linguistica comporta fra i suoi risultati non solo un incremento nel numero delle fonti rispetto a quelle procurate dai commenti precedenti, in specie estendendo il raggio di osservazione al di fuori della riserva costituita dalla tradizione poetica, ma anche un’analisi più minuta dei riscontri praticabili in altre opere tassiane, in versi e in prosa. Anche quel che non resta impigliato nella rete dei rimandi intertestuali acquista, in questa prospettiva, una sua rilevanza, in quanto caratteristico dell’impasto linguistico dell’Aminta soltanto. In qualche caso l’opera di raffronto conduce a nuove ipotesi di riconoscimento per le traduzioni di testi classici avute fra mano da Tasso o per i riferimenti al contesto storico contenuti allusivamente nella pastorale: così vale per i personaggi di Nerina e Dafne, sinora non ricondotti a figure reali della corte ferrarese. Al termine di ogni atto una nota conclusiva pone nel debito rilievo la varietà di soluzioni, formali e insieme drammaturgiche, che sono di volta in volta esperite entro l’unità di misura della scena o dell’atto.

 

 

I madrigali autografi di Torquato Tasso a Carlo Gesualdo (Madrid, Real Biblioteca, ms. II/3281), Edizione critica a cura di Diego Perotti, Firenze, Franco Cesati Editore, 2021, 148 pp. (‘Filologia e ordinatori’, ISBN 978-88-7667-884-4)

Quando Torquato Tasso compose i madrigali che poi sarebbero confluiti nel manoscritto II/3281 della Biblioteca Reale di Madrid non s’immaginava che la loro storia editoriale sarebbe stata tanto lunga e travagliata. Siamo alle soglie del XVII secolo (1592) e il poeta, in soggiorno a Roma, frequentava sovente anche la città di Napoli; lì, tra gli altri, riceveva le visite di uno dei musicisti più importanti del suo tempo: Carlo Gesualdo. È così che tra i due nacque un rapporto di committenza artistica: Gesualdo richiedeva a Tasso i testi per le sue melodie, testi che il poeta gli inviava da Roma allegandoli a una serie di missive. Alla morte di Gesualdo la corrispondenza passò nell’archivio di una piccola biblioteca napoletana e fu successivamente assemblata in un codice composito dallo storiografo capuano Francesco Daniele.

Il tutto avvenne in occasione dell’incoronazione di Giuseppe Bonaparte al trono di Spagna (1808), per la quale Daniele lo omaggiò inviandogli la raccolta di versi inediti del Tasso. Da allora, e fino al XXI secolo, dei componimenti non si ebbe più traccia. Nel luglio del 2017 il manoscritto II/328 della Biblioteca Reale di Madrid è stato rinvenuto e identificato come autografo del Tasso: l’edizione critica che qui si propone è di rilevanza scientifica poiché permette di emendare errori e restaurare lezioni perdute, tutti fattori che impedivano la costituzione del testo secondo la volontà dell’autore.

 

 

Antonio Mileo, L’Eroe fuori luogo. La struttura dello spazio nella Gerusalemme liberata, con repertorio iconografico, Napoli, Loffredo, 2020 (ISBN 978 88 32193 44 2)

Il nucleo narrativo della Gerusalemme liberata è l’assedio della città. La struttura essenziale, espositiva e spaziale, del poema si delinea, pertanto, nel costante tentativo degli eroi di varcare determinati confini e di entrare, così, nella città fortificata. Allo spazio epico della guerra si contrappone quello dell’amore che è sempre luogo della natura, lontano dal centro del racconto e caratterizzato da elementi tipici della poesia pastorale.

Spesso, in questa opposizione in cui allo spazio epico corrisponde la fedeltà ai valori cavallereschi, lo spazio della natura è il luogo dell’inganno. Eppure, il mondo bucolico è metafora di più profondi e complessi percorsi esistenziali e concettuali. Ne è prova l’episodio della fuga di Erminia, dove la giovane, spinta da passioni difficili da gestire, agisce e rompe gli equilibri, portando allo scoperto Tancredi e diventando protagonista di uno degli episodi più discussi della letteratura italiana.

L’analisi della struttura dello spazio mostra i meccanismi (superamento del limite, allontanamento dal cuore della battaglia, assenza dell’eroe) che si celano dietro le avventure dei cavalieri tra centro e periferia e che sono “motore d’azione” del poema.

L’opera di Tasso è il poema epico più rappresentativo del Cinquecento europeo e ha avuto nelle epoche successive un successo enorme anche nelle arti figurative. A questa fioritura di dipinti sul tema, qui collezionati in un ampio repertorio che chiude il volume, è dedicata la seconda parte di questa monografia.

Pubblicato con il patrocinio morale del Goethe Institut Neapel e dell’Associazione AeneA.

 

Aggiornamenti bibliografici – gennaio 2021